A San Benedetto la rondine torna sotto il tetto

Il giorno dell’anno in cui, come ricorda il proverbio, finisce l’inverno e inizia la primavera è una data coincidente con una ricorrenza storica e religiosa importante perché della morte avvenuta nel 547 a Montecassino e, quindi, dell’onomastico di Benedetto da Norcia. Il fondatore dell’ordine monastico a lui denominato e la cui regola è sintetizzata con il motto ora et labora è il santo patrono di tante località europee, anche dell’Europa, inoltre degli architetti, dei chimici, degli ingegneri, degli speleologi e, soprattutto, degli agricoltori e degli agronomi, che il 21 MARZO si mobilitano nelle iniziative della Giornata Internazionale delle Foreste.

Alla trasmissione andata in onda dalla postazione di Radio IN FIORE allestita negli spazi della 74^ Mostra Regionale di San Giuseppe il tecnico dell’ente di gestione delle aree protette del PARCO DEL PO PIEMONTESE, l’agronomo LUCA CRISTALDI, ha spiegato che i boschi e le piantagioni arboree prosperanti alle sue rive ombreggiano e proteggono l’eco-sistema fluviale che sagoma il paesaggio del Monferrato e le referenti del Progetto LIFE ORCHIDS e del MAcA – Museo A come Ambiente hanno illustrato le molteplici e complicate relazioni tra l’acqua che scorre nel Po e una numerosa e variegata moltitudine di esseri viventi, in particolare i fiori e le piante.

La leggendaria cavalcata di Aleramo

Secondo la leggenda eziologica il capostipite dei marchesi del Monferrato, il franco-sassone Aleramo oltre che un cavaliere era stato anche un carbunin, ovvero boscaiolo. Nel Chronicon imaginis mundi compilato nella prima parte del XIV secolo il monferrino Iacopo da Acqui riferisce che l’epica impresa da lui compiuta dal avvenne il 21 MARZO 967.  La coincidenza con il giorno di inizio della primavera ha inciso nella memoria di tante generazioni la storia tramandata con il “rinforzo” della finzione letteraria, ma col passare del tempo tanti ricordi si sono affievoliti. In passato erano evidenti l’allegoria alla bella stagione e l’esplicito riferimento all’avvenimento storico indelebilmente documentato nel diploma siglato il 23 MARZO 967 a Ravenna dal primo imperatore del poi millenario Sacro Romano Impero:  l’assegnazione ad Aleramo e ai suoi discendenti di tutte le terre dal fiume Tanaro al fiume Orba e fino alle rive del mare. Un atto del 909 aveva citato il toponimo Monteferrato e un altro siglato nel 958 da Berengario d’Ivrea aveva istituito la marca aleramica, ma formalmente il marchesato “germogliato” nella prima metà del X secolo è “sbocciato” nel 967 e da allora per 5 secoli, ovvero per oltre 500 anni dalla seconda parte del Medioevo e nel Rinascimento, è stato una “grande potenza” molto fiorente.

Con l’estinzione della casata di marchesi, nel 1536 il Monferrato venne annesso al ducato di Mantova, di cui fino al 1708 ha fatto parte come un dominio prosperoso con una propria “capitale”, Casale Monferrato, dove con lo svolgimento della 74^ Mostra Regionale di San Giuseppe abbiamo trascorso tante giornate insieme alle “penne” della sezione locale dell’ANA – Associazione Nazionale Alpini che sostavano allo stand all’ingresso della fiera e il cui presidente, Gianni Ravera, ci ha ricordato che in dialetto monferrino la primavera è detta “stagiun de’ fiur”, stagione dei fiori, ci ha mostrato un’opera d’arte molto particolare e, insieme ai suoi commilitoni ci ha dedicato un’esecuzione del celebre brano a cui il dipinto è ispirato.